E’ la storia di una piccola azienda agricola che nasce nel mezzo di una morsa fatta da grandi poderi che hanno risorse idriche, combustibili legnosi in quantità elevata e cave di sasso da muro e per uso calce.
Questo minuscolo “poderino” non ha acqua ne’ bosco ma è ambitissimo perché è quasi tutto in piano con al centro una minuscola casina composta su tre livelli ( una cantina, una cucina e una camera ) una terra attraversata da un fosso in secca e da una strada che si ravvisa a una mulattiera , ma mi ripeto una terra dove ogni metro era coperto da un unico vigneto centenario.
In quel lasso di tempo che va dal 1900 al 1920 viene raddoppiata la casa e viene aggiunto stalla e fienile.
Circa negli anni 30 la piccola azienda è soggetta ad essere investita da una frana , non causa danni.
In questo periodo la piccola aziendina si riempie anche di animali tipo anatre, galline e soprattutto di alcune mucche usate sia da latte che da tiro..
Ma nel tempo poco a poco le viti sono da sostituire e vengono tolte le “ bindane “ ovverosia i bersò e vengono impiantati dei filari sette file sostenute da pali, piante da frutto, olmi e aceri campestri ( “OPI” nel dialetto locale ).
Filari a interfila di circa 20 metri o più e quindi nel mezzo si coltiva erba e grano e tra vite e vite si coltiva mais e ortaggi .
Nel subito dopoguerra viene aggiunto a pochi metri dalla casa un fabbricato ad uso porcilaia, pollaio e la parte più importante a ricovero legna , birocci e un camion .
Viene acquistato un piccolo podere poco distante. che però viene quasi subito distaccato per causa di divisione ereditarie.
Anno 1959 si ripete la frana, non ci sono danni seri e rilevanti ne alla casa ne alla porcilaia/ricovero attrezzi.
Subito dopo però si acquista un pezzo di terra sempre distante, ma che grazie a questo dà la possibilità negli anni ’70 ad aumentare le mucche fino a riempire le porcilaie e i ricoveri attrezzi e arriva anche il primo trattore ( Fiat 250 dt ) ed a seguito altri trattori e attrezzature più disparate.
Anno 1978 si ripete la frana, ci sono danni lievi ma con i pochi mezzi e rimboccandosi le maniche si rimette tutto a posto.
Le viti non hanno più la durata delle vecchie piante e 25 / 30 anni dopo la loro piantagione si torna a stravolgere tutto e si concentrano le viti in vigneto, si introduce in una porzione di terra un riquadro di pere, in altro riquadro delle susine asiatiche, in un terzo riquadro un appezzamento di albicocche, in un quarto pezzo un misto di noci, pesche, mele, amarene e noccioli ed infine nel pezzo più a monte vengono piantumate susine europee, in questo appezzamento per cause franose del luogo si è formato un piccolo lago e viene effettuato un ampliamento dello stesso rinforzando l’argine a valle.
Aumentano le attrezzature e mezzi agricoli, viene venduta la terra più lontana e soprattutto viene incorporata a questo piccolo poderino la terra di una grande azienda agricola confinante e dopo qualche anno se ne aggiunge la terra di una seconda più piccola sempre confinante.
Vengono rimodellati i campi , tolto argini e frane e aumentati i frutteti vengono eliminate le mucche e le stalle ritornano ad essere magazzini e ricoveri vari ..
Nell’anno 2006 si trasforma la strada piena di buchi , sassi e curve inutili in una strada con un fondo adeguato e un manto di asfalto “ via casa Sereni è una vera strada” capace di portare l’azienda agricola su un gradino più alto in fatto di viabilità
Si aggiunge un tunnel serra per voler tentare di coltivare piante e fiori
Anno 2009 giorno 26 gennaio si ripete la frana danni molto evidenti .
Anno 2009/10 si cerca di pensare come rivoluzionare ancora l’assetto e la vita dell’azienda. c’è bisogno di una generazione nuova.
Nello scrivere queste poche righe mi torna a mente lo spettacolo che la natura e l’uomo di buona volontà riescono a creare con vera sintonia e che la natura partecipi in maniera forte a cambiare il suo aspetto a regalare o prendere all’uomo ciò che vuole.
A dire ciò mi viene un sorriso e in un attimo di riflessione penso …che luogo strano può essere stato quel fazzoletto di terra se persino le favole di stalla vogliono farne parte e diciamo: c’era una volta …nelle lente e fredde giornate d’inverno dove per trovarsi la gente cercava il caldo nelle stalle scaldandosi i cuori con giochi e storie mentre la scusa era di trovarsi per darsi un reciproco aiuto nel lavoro di pulizia dei fagioli e delle pannocchie di mais ; e da proprio dalle pannocchie nasce il detto per dire di ritrovarsi “ andam a spanucer “e una di queste storie amava raccontare che quel fazzoletto di terra, il nostro poderino, fosse il giardino di una antica città chiamata VERDOIA in un posto chiamato VERDEDA dove un mega cataclisma fece sprofondare e rivoltare l’intera città e i suoi abitanti.
Ma che poi con la forza della natura e altri nuovi uomini la vita riprese a rifiorire.
E la natura per far ricordare di quello che è capace circa ogni 20 / 30 anni dà una prova di forza e fa’ muovere la terra deve c’era la città …
Favola o verità ma la terra si muove… e sempre con precisione millimetrica…